Colibrì di Cesare Cremonini

Cesare Cremonini: l’insostenibile leggerezza del colibrì

È il primo dicembre. Allo scoccare della mezzanotte sentiamo un battito d’ali: è “il colibrì” che preannuncia l’arrivo della “ragazza del futuro”, il nuovo album di Cesare Cremonini, in uscita il 25 febbraio 2022. Il cantautore, 4 anni dopo “Possibili scenari”, ci prepara ad un nuovo viaggio che, stavolta, parte dagli occhi, dall’iride che è “la porta di entrata, un passaporto, una foresta vergine di sentimenti”.

Il nuovo album è una visione nata durante il lockdown: sui social Cremonini dichiara di aver visto per la prima volta la ragazza del futuro nei primi giorni dell’anno, quando si poteva uscire soltanto per fare la spesa e null’altro. 

Una ragazza mai vista e sognata mi guardava come si guarda la polvere”. La ragazza del futuro è “una ragazza nata dalla natura, vergine di cattiveria, pura (…) generata dal buio profondo, dopo una grande nevicata”.

L’album si preannuncia denso di simbolismo e di immagini che richiamano la forza primigenia della natura, la vita e la rinascita.

Ma, allora, chi è il colibrì? E chi è la ragazza del futuro? Nella cultura indiana, il colibrì rappresenta la leggerezza dell’essere e il godimento della vita.

Forse possiamo provare a dare una risposta cercando tra le pagine di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020 con il romanzo “il colibrì”. Il protagonista del romanzo, Marco Carrera, è un colibrì perché come il colibrì mette tutta la sua energia nel restare fermo.

Settanta battiti d’ali al secondo per rimanere dov’è già. Come dice Veronesi, riesce a fermare il mondo e il tempo e forse anche a risalirlo, quel tempo, e a ritrovare quello perduto, così come il colibrì è capace di volare all’indietro.

“Il fatto è che” dice Marco “dietro al movimento è facile capire che c’è un motivo, mentre è più difficile capire che ce n’è uno anche dietro l’immobilità”.

Anche Marco, come il colibrì di Cremonini, si fa carico di un compito: allevare l’uomo nuovo, la ragazza del futuro.

Il colibrì siamo, allora, forse tutti noi che, per anni, abbiamo speso la nostra energia per restare immobili, aspettando l’alba di una nuova epoca.

La ragazza del futuro è, quindi, l’avveramento di una profezia, la rinascita dell’umanità, il ritorno della luce dopo anni di buio, la ricerca di “cieli più limpidi”, “volare tra gli alberi / in mezzo ai fiori bellissimi / per poter essere liberi”, finalmente.

“Il colibrì”, scritta a quattro mani con Davide Petrella e prodotta con Alessandro Magagnini, storici collaboratori del cantautore, parla un linguaggio ricercato ed immaginifico, fatto di archi, arrangiati da Nick Ingman, con la collaborazione di Davide Rossi, e pianoforte.

Non ci resta che seguire anche noi il volo del colibrì, dalla giungla alla metropoli, ed aspettare l’arrivo della ragazza del futuro.

Articolo scritto da Valentina De Felice

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