Giorgio Poi

Giorgio Poi e la delicatezza di “Gommapiuma”

Il nuovo album di Giorgio Poi è tutto quello di cui avevamo bisogno per riscaldarci in questi giorni “affilati come rasoi”. Otto pezzi, 30 minuti di ascolto ed una sola collaborazione, quella con Elisa. La copertina, curata da Gio Pastori, ne rappresenta perfettamente il concept, raffigurando un cielo soffice come gommapiuma.

La vera forza dell’album sta nel ricorso ad un linguaggio universale fatto di immagini “pop”, istantanee di vita quotidiana come quelle descritte in “supermercato” che suscitano nell’ascoltatore un forte senso di immedesimazione.

“Gommapiuma” è un album introspettivo, che parla d’amore, pur senza essere un album d’amore.

Si apre con “Rococò”, una ballata intima, un inno alla bellezza delle cose semplici, come gli accordi su cui è costruita, come i vecchi film di Totò e le granite al limone.

I pomeriggi”, singolo d’esordio lanciato alla fine dell’estate, ci trasporta nelle fredde lande dell’Europa del nord, segnando l’arrivo ineluttabile dell’inverno e con esso delle ombre che si allungano sopra i marciapiedi “grandi come giraffe adatte a tutte le superfici”.  Il brano tradisce un’inquietudine sotterranea che si traduce in una base ritmata e nella ripetizione quasi ossessiva di un mantra: “non torneremo mai più”.

Bloody Mary”, l’unico featuring dell’album, è una ballata malinconica: racconta di tutti quegli amori “da campioni di incassi americani” che poi “finiscono tirandosi un giornale quando il pubblico esce dalle sale” e dell’illusione “che invece per noi sarà diverso”.

Gommapiuma” è il brano strumentale che dà il titolo all’album, che ci fa chiudere gli occhi e sognare. È un viaggio onirico, una vera e propria carezza per l’anima che ci lascia, alla fine, rigenerati come dopo un lungo sonno.

Giorni felici”, altro singolo d’esordio con copertina illustrata dalla fumettista ZUZU, è la storia di una fuga, di una separazione suggellata dalla frase “amore goodbye, e così te ne vai”. Ricorre il tema del viaggio, della lontananza, della conquista. “Ma dedicami un’ora dei tuoi giorni felici” è già la nostra frase preferita.

Sulle note del pianoforte si apre la struggente “Supermercato”: è la storia di due solitudini che s’incontrano davanti al banco degli affettati, “le mani sul carrello, vuoto come un buco”. E non possiamo non sentirci anche noi, alla fine del brano, un po’ più soli e vuoti. E, ancora, in “barzelletta” Giorgio ci ricorda che “l’amore è un meccanismo a incastro”: quando funziona ci fa costruire ponti, scavare tunnel dentro la notte, ridere di una barzelletta, trovare riparo dal mondo. 

L’album si chiude con “Moai”: sono le statue scolpite nell’isola di Pasqua, auguranti benessere e prosperità. La canzone, nata durante il lockdown, è dedicata “a chi vive in apnea aspettando che passi anche quest’alta marea”.

 

Articolo scritto da Valentina De Felice

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