4 Metà: recensione della commedia Netflix sull’anima gemella

“La nostra vita può cambiare in base a chi si ama?” O ancora, “Possiamo noi cambiare in base a chi amiamo?” Queste le domande che ci vengono presentate senza sconti già dai primi minuti del film “4 metà”, novità Netflix disponibile in piattaforma dal 5 gennaio, per la regia di Alessio Maria Federici e scritto da Martino Coli.

Commedia romantica sull’altra (o altre?) metà della mela. Le voci narranti di Sara e Luca accolgono subito lo spettatore preparandolo a quello che sarà un gioco delle parti dipendente dal destino, un po’ alla Sliding Doors ma senza metro, o solo dalla chimica incontrollabile tra le nostre quattro metà, appunto. Toccherà a noi scoprirlo mentre due realtà alternative di susseguono senza mai lasciare indietro romanticismo, risate e perché no qualche smorfia triste.

L’evoluzione finale delle storie in sincrono sembra suggerire che, perché una coppia funzioni, non è importante la somiglianza o differenza di carattere e personalità dei partner: non esiste l’anima gemella ma solo la capacità di ogni persona di sapersi trasformare e cambiare in relazione alle vicende offerte dalla vita e dalle variabili incontrollabili del destino insieme al proprio partner.

Per sentirci “completi”, come il mitico ermafrodito di Platone che vaga cercando la propria metà, abbiamo bisogno di mescolarci con l’altro, creando una dialettica che ci faccia perdere vecchie caratteristiche e acquisirne di nuove per poterci così avvicinare all’altro. “Amare”, in sintesi, significa diminuire il proprio ego per trovare la complicità con il partner.

Nulla di innovativo, va detto, ma la recitazione fa si che il film si lasci guardare concedendo spunti di riflessione su uno dei temi più antichi del mondo. Nel cast Ilenia Pastorelli, Matilde Gioli, Giuseppe Maggio e Matteo Martari. Per quale coppia vi scoprirete a tifare potete raccontarcelo nei commenti. Buona visione.

Articolo di Elettra Conte.

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