MAID, LA “PERLA RARA” DI NETFLIX OSCURATA DA SQUID GAME
Capita che una serie come Squid game faccia più rumore di una perla rara come Maid.
Accade: è la Netflix-crazia che ce lo impone e siamo noi che glielo consentiamo.
Tratta dal best-seller di Stephanie Land “Maid: Hard Work, Low Pay, and a Mother’s Will to Survive“, Maid è la storia di una donna, Alex, magistralmente interpretata da Margaret Qualley, ora sui maxi-schermi in “Un anno con Salinger”. Insieme ad Alex, è la storia di molte altre donne, vittime silenziose di violenza domestica.
È la vicenda personale di una giovane madre e di come la violenza da lei subita sia sistematicamente ignorata perché “la violenza psicologica non è vera violenza”.
Maid, la serie Netflix che racconta la violenza domestica
Maid è il racconto di quanto la vita possa essere difficile per alcune persone e facile per altre e degli anfratti bui che si celano anche dietro le vite, all’apparenza, più luminose. Perché, alla fine, come dimostra la storia di Regina, per uno strano senso delle simmetrie, la vita dà ad alcuni quello che toglie ad altri.
Intorno ad Alex gravitano, infatti, una serie di personaggi: Paula Langley, la sgangherata, lo spirito libero, l’esuberante madre di Alex che l’ha strappata via, a sua volta, da una storia di violenza per portarla in Alaska, la terra a cui è dedicato il racconto “galeotto” che ha intrecciato indissolubilmente la vita di Alex a quella del suo carnefice Sean; Sean e la sua vita di muta disperazione, alla ricerca di una redenzione, cui, forse, non è destinato; Hank, il padre di Alex, da cui origina la spirale di violenza che segnerà per sempre la vita della figlia.
Maid, una storia tra la denuncia e il riscatto sociale
Maid è, ancora, il documentario delle falle del sistema assistenzialista americano e del paradosso per cui una donna senza fissa dimora, per essere inserita in lista per avere accesso all’abitazione, deve presentare la busta paga e per presentare la busta paga deve avere un’occupazione stabile, ma per avere un’occupazione stabile deve necessariamente avere qualcuno a cui affidare la propria bimba.
È la storia di questo e di molti altri paradossi, ma più di tutto è la storia dell’amore, strenuo, invincibile, testardo, di una madre per la propria figlia.
Maid è, infine, il racconto del coraggio, la favola moderna della rinascita e del riscatto sociale, la dimostrazione che nella vita si può sempre ripartire da zero, perché “quando starai meglio, ci sarà tanta luce ad aspettarti”.
Recensione di Valentina De Felice
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