Riva: “H(ann)o fatto un po’ di cose”

Riva: “H(ann)o fatto un po’ di cose” e tutte da cantare a squarciagola.

Simone Morabito, Stefano Bruno e Flavio Ciotola insieme, dopo diverse esperienze artistiche, dal 2018 sono i Riva: band tutta partenopea che prende il nome dal mitico Gigi Riva, icona calcistica sempre fedele alla propria maglia.

Ed è proprio nel 2018 che nasce, dopo un viaggio a Berlino, il primo singolo “Ossa” (mi consegno subito – la mia preferita) che entrerà a far parte del loro primo EP “Buona fortuna così” insieme a brani come “Crystal Ball”, “Falene”, “Acquario”, “Hit Manie” e “Velluto”.
Sei brani: sei porte che si aprono su altrettanti aspetti di quella che può essere una qualsiasi relazione (si, anche quella che abbiamo con noi stessi).

Percorso che continua con il loro nuovo capitolo musicale “Ho fatto un po’ di cose”uscito nel 2021; questa volta le tracce dell’EP sono sette (cinque i brani effettivi: “Tu vedevi pioggia io vedevo solo fulmini”, “Ghiacciai”, “Magnetica” con Gabriele Troisi – NdR, “Confusione” e “Distese infinite e spazi immensi”) ma i Riva conservano le sfumature pop, indie ed elettroniche che li contraddistinguono – li avete visti – ascoltato (e amato) durante la loro partecipazione ad X Factor?

Li ritroviamo perciò così, malinconici e consapevoli – come piace a me – di essere tasselli di un qualcosa di più grande restando pur sempre dei romantici (gli ultimi? – ragazzi, non siete soli).
Quindi che aspettate? Mettetevi all’ascolto dei Riva (e di voi stessi) e scegliete il vostro brano preferito, senza dimenticare di scrivercelo nei commenti.

 

Ps. All’attivo i Riva hanno anche la pubblicazione di due singoli, rispettivamente
“La prima volta che ti ho incontrato” e la collaborazione con Edo “Buio”.
Pronti ad emozionarvi?

 

Articolo scritto da Elettra Conte

Achille Lauro vola agli Eurovision

Achille Lauro: oltre a Mahmood e Blanco, un altro artista italiano alla manifestazione canora che si terrà dal 10 al 14 maggio a Torino. Sabato notte Achille Lauro ha vinto il concorso che sceglie il candidato di San Marino. Il regolamento, infatti, non prevede che l’artista debba avere il passaporto della nazione che rappresenta. Lauro ha presentato l’inedita «Stripper», un punk rock che ha convinto la giuria presieduta da Mogol.

Lauro stacca così il pass per partecipare all’Eurovision Song Contest in programma dal 10 al 14 maggio a Torino, come rappresentante della Repubblica del Titano. “Sfiderà” tra gli altri Mahmood e Blanco, portacolori dell’Italia e vincitori con “Brividi’” dell’ultimo festival di Sanremo, dove Lauro si è piazzato 14esimo con “Domenica”.

 

Achille Lauro, che ha battuto artisti provenienti da tutto il mondo e i colleghi Ivana Spagna, Valerio Scanu e Francesco Monte, sfiderà dunque Mahmood e Blanco, rappresentanti per l’Italia grazie alla vittoria di Sanremo all’Eurovisione di Torino. Ma la notizia ha suscitato subito molte polemiche sui social, dove a far discutere è soprattutto la sfida tra italiani e la candidatura di Lauro per San Marino, come “ripiego” per il suo 14esimo posto a Sanremo.

Dopo l’occasione persa proprio al Festival del resto l’artista romano non ha mai nascosto il desiderio di portare la sua musica oltre confine e dopo la vittoria nel contest della Repubblica del Titano lo ha ribadito: “Per noi è una grande occasione… Io ho sempre ambito a presentare la mia musica all’estero…”.

Achille Lauro in corsa per San Marino!

Achille Lauro c’è: possiamo ufficialmente parlare di un secondo Sanremo. Visto che all’Eurovision andrà chi vincerà il contest “Una Voce Per San Marino“, diversi cantanti italiani si sono candidati ufficialmente e ora sono in gara proprio con lo scopo di avere una possibilità in tal senso al di fuori del circuito del Festival di Sanremo.

E non parliamo di uno o due artisti, ma ben otto nomi della scena musicale della nostra penisola. Da questo momento il mini-festival di San Marino si può ufficialmente considerare un ambito di “ripescaggio” per chi non ha vinto Sanremo ma intenda comunque partecipare all’Eurovision. Il caso è quello di Lauro, arrivato solo quattordicesimo nell’ultima edizione della kermesse ligure.

Ma non è finita, perché assieme a lui troviamo diversi altri nomi che, tra i cantanti in gara, costituiscono una forte maggioranza italiana. Partiamo da Ivana Spagna, cantante nota a livello internazionale fin dagli anni ’80; c’è poi Valerio Scanu, che Sanremo lo vinse nel 2010 (ma all’Eurovision non partecipò proprio). Troviamo poi Alessandro Coli, che partecipa assieme al produttore turco Burak Yeter; seguono nomi forse un po’ meno noti, e cioè quello di Francesco Monte e quello di Matteo Faustini, entrambi esclusi dalle nuove proposte di Sanremo a loro tempo; e c’è poi anche Blind, rapper che ha partecipato ad X Factor nel 2020; e chiudiamo con Alberto Fortis, celebre musicista attivo fin dagli anni ’70.

La serata sarà condotta da Senhit e Jonathan e sarà sottoposta al giudizio di 5 professionisti del settore che saranno annunciati venerdì 18 febbraio 2022. Sarà inoltre istituita una giuria ad hoc (anch’essa sarà annunciata il 18 febbraio) per valutare il brano in concorso più radiofonico. La finalissima sarà trasmessa in diretta dalle ore 21.00 su San Marino RTV.

Seguiteci su Radio Checkpoint.

Mahmood e Blanco trionfano all’Ariston!

Mahmood e Blanco sono arrivati al Festival di Sanremo tra i favoriti, benché  nessuno si aspettasse un consenso così unanime nei loro confronti. Una vera rivoluzione: un’esplosione di amore per Mahmood e Blanco, trionfatori di questa edizione ancor prima della vittoria vera e propria: la loro “Brividi“.

 

La nascita di “Brividi” è avvenuta in maniera spontanea, quasi inattesa: “Ci siamo incontrati quest’estate per caso nello studio di Michelangelo a Vescovato (Cremona), da un accordo sbagliato al pianoforte è nato il ritornello!”. La coppia ha così completato una cavalcata trionfale che l’ha vista in testa alla classifica sin dalla prima serata. Alle loro spalle Elisa (“O forse sei tu”) e Gianni Morandi (“Apri tutte le porte“). Il premio della critica “Mia Martini” è stato assegnato a Massimo Ranieri con “Lettera di là dal mare”. 

Mahmood e Blanco vincono perché esprimono la necessità di quelle persone che vogliono sentirsi libere, che vogliono essere se stesse. Mahmood e Blanco inaugurano così una nuova musica, quella esprime i valori di libertà, di coraggio e di denuncia propria della nuova generazione che fatica sempre di più a trovare se stessa.

Il testo della canzone del duo è diventato uno specchio per molte persone che hanno visto nelle sonorità e nella parole della composizione una finestra sulla propria sensibilità e sul desiderio di esprimere se stessi in modo libero e autentico. Il duo alla fine si abbraccia e felicemente alza la coppa, meritatamente vinta.

 

 

 

“Lato C” come Ciliari

Il 21 gennaio è finalmente uscito il primo EP del cantautore pugliese distribuito da Believe Music Italia. Sei tracce con ben due inediti, tutte perfette per fare da colonna sono alla (mia) nostra vita. Si, perché Ciliari, all’anagrafe Domenico Tinelli, è uno di noi e con questo disco ce lo dimostra in pieno.

Malinconia, amore, disagio ma anche consapevolezza ed ironia, tutto cantato in orecchiabilissime ballate indie che già al primo ascolto ci fanno capire che no, non siamo soli e che si, lui è davvero bravo. “Liberi” e “Porno 80” i due nuovi singoli che accompagnano la ormai gettonatissima “Giornata di merda”, virale su Spotify da quando è uscita, ma anche “Tuttoaputtane” per ricordarci di quanto siamo bravi ad incasinare sempre tutto, “Io che non sono niente” in collaborazione con Adel e la mia preferita “La notte è un film francese”perché in fondo – come si stava bene l’estate in riva al mare.

Alla produzione Riccardo Scirè con Roberto Pace, Adel Al Kassem, Marco Rossi, Luca Mezzadra ed Emanuele Alosi. Lo state già ascoltando? Cosa state aspettando? Lo trovate ovunque su Spotify! Scriveteci nei commenti qual è la vostra traccia preferita.

Articolo di Elettra Conte

Adele in lacrime rimanda i concerti di Las Vegas

A sole 24 ore dal debutto la pop star Adele ha annullato tutti i suoi concerti a Las Vegas. «Mi dispiace così tanto, ma lo show non è pronto» ha detto la cantante in lacrime mentre su Instagram dava la notizia a milioni di fan. «Metà della mia squadra ha il Covid ed è stato impossibile finire di preparare lo spettacolo» ha detto aggiungendo che a rovinare i piani hanno contribuito anche i ritardi nelle consegne.

Il mio spettacolo non è pronto. Abbiamo provato assolutamente tutto il possibile per metterlo insieme in tempo e perché fosse una buon spettacolo per voi, ma siamo stati assolutamente distrutti dai ritardi di consegna e dal Covid”, ha affermato, visibilmente provata. “È stato impossibile ultimare la preparazione dello spettacolo”, ha aggiunto. “Sono distrutta, mi dispiace annunciarlo così, all’ultimo minuto.”

La star britannica, che ha da pochi mesi pubblicato la sua quarta fatica, “30” aveva annunciato 12 settimane di concerti consecutivi a Las Vegas a partire proprio da oggi.

“Sono stata sveglia per cercare di salvare lo spettacolo ma non c’è più tempo. Mi dispiace che sia così all’ultimo minuto. Sono così arrabbiata e imbarazzata. Stiamo riprogrammando tutte le date, ci stiamo lavorando proprio ora”.

 

Giorgio Poi e la delicatezza di “Gommapiuma”

Il nuovo album di Giorgio Poi è tutto quello di cui avevamo bisogno per riscaldarci in questi giorni “affilati come rasoi”. Otto pezzi, 30 minuti di ascolto ed una sola collaborazione, quella con Elisa. La copertina, curata da Gio Pastori, ne rappresenta perfettamente il concept, raffigurando un cielo soffice come gommapiuma.

La vera forza dell’album sta nel ricorso ad un linguaggio universale fatto di immagini “pop”, istantanee di vita quotidiana come quelle descritte in “supermercato” che suscitano nell’ascoltatore un forte senso di immedesimazione.

“Gommapiuma” è un album introspettivo, che parla d’amore, pur senza essere un album d’amore.

Si apre con “Rococò”, una ballata intima, un inno alla bellezza delle cose semplici, come gli accordi su cui è costruita, come i vecchi film di Totò e le granite al limone.

I pomeriggi”, singolo d’esordio lanciato alla fine dell’estate, ci trasporta nelle fredde lande dell’Europa del nord, segnando l’arrivo ineluttabile dell’inverno e con esso delle ombre che si allungano sopra i marciapiedi “grandi come giraffe adatte a tutte le superfici”.  Il brano tradisce un’inquietudine sotterranea che si traduce in una base ritmata e nella ripetizione quasi ossessiva di un mantra: “non torneremo mai più”.

Bloody Mary”, l’unico featuring dell’album, è una ballata malinconica: racconta di tutti quegli amori “da campioni di incassi americani” che poi “finiscono tirandosi un giornale quando il pubblico esce dalle sale” e dell’illusione “che invece per noi sarà diverso”.

Gommapiuma” è il brano strumentale che dà il titolo all’album, che ci fa chiudere gli occhi e sognare. È un viaggio onirico, una vera e propria carezza per l’anima che ci lascia, alla fine, rigenerati come dopo un lungo sonno.

Giorni felici”, altro singolo d’esordio con copertina illustrata dalla fumettista ZUZU, è la storia di una fuga, di una separazione suggellata dalla frase “amore goodbye, e così te ne vai”. Ricorre il tema del viaggio, della lontananza, della conquista. “Ma dedicami un’ora dei tuoi giorni felici” è già la nostra frase preferita.

Sulle note del pianoforte si apre la struggente “Supermercato”: è la storia di due solitudini che s’incontrano davanti al banco degli affettati, “le mani sul carrello, vuoto come un buco”. E non possiamo non sentirci anche noi, alla fine del brano, un po’ più soli e vuoti. E, ancora, in “barzelletta” Giorgio ci ricorda che “l’amore è un meccanismo a incastro”: quando funziona ci fa costruire ponti, scavare tunnel dentro la notte, ridere di una barzelletta, trovare riparo dal mondo. 

L’album si chiude con “Moai”: sono le statue scolpite nell’isola di Pasqua, auguranti benessere e prosperità. La canzone, nata durante il lockdown, è dedicata “a chi vive in apnea aspettando che passi anche quest’alta marea”.

 

Articolo scritto da Valentina De Felice

Rock is the answer di Massimo Cotto è il libro perfetto se amate la musica (e se non avete mai tempo per leggere)

Massimo Cotto ha sfornato un altro libro che non può mancare nelle vostre librerie: Rock is the answer. Se amate la musica, ma non avete molto tempo da dedicare alla lettura, questo è libro perfetto per voi. 

Rock is the answer è un concentrato di aneddoti, curiosità e racconti rock

Massimo Cotto non ha bisogno di presentazioni: giornalista, disc jockey, scrittore, una delle voci più amate di Virgin Radio e, soprattutto, uno dei massimi esperti di musica in Italia.

Tra voci sopra le righe e divertenti aneddoti, meditazioni e consigli quotidiani, Cotto in Rock is the answer compone un “breviario rock”, riuscendo a ricavare riflessioni profonde da brani cult. Da ogni canzone citata viene tratta una parola chiave.

Per esempio, partendo da David Bowie con il brano Rebel Rebel, Massimo Cotto introduce una serie di aneddoti sulla ribellione. “[…] Non basta aver inciso Sympathy for the Devil o Revolution per essere dei rivoluzionari. La rivolta non è un titolo, è uno stile di vita“. Una breve riflessione di Mick Jagger che diventa questione esistenziale. Ogni tema una canzone, ogni canzone un aneddoto.

Nei che si trasformano in buchi neri: sono così le storie maledette e bellissime raccontate da Massimo Cotto.

Gli aneddoti e le confidenze degli artisti raccolti in Rock is the answer

In “Rock is the answer” Cotto racconta il rock attraverso confidenze e dichiarazioni di artisti che ha raccolto per tutta la vita, risposte che le rockstar hanno voluto consegnargli durante incontri e colloqui destinati a entrare nella storia. In Rock is the answer demoni e ispirazioni, vizi e virtù si mescolano dando vinta a riflessioni profonde e mai banali.

Rock is the answer: il miglior “libro da cesso” per gli amanti del rock

Rock is the answer è una sorta di calendario raccontato del rock. Come è nato?

«È un po’ un sequel di Rock Therapy, un libro che partiva dal presupposto che le canzoni possono guarire, se non proprio la tua vita, almeno i tuoi malanni quotidiani. Non volevo scrivere un Rock Therapy 2, perché i sequel – a parte quelli di Psycho e de “Il Padrino” – sono sempre più brutti. Ho pensato di partire da un altro presupposto: se è vero che le canzoni possono guarirti, lo possono fare anche le parole di chi ha scritto quelle canzoni o le ha cantate. Quindi ho selezionato 150 rockstar – anche se non sono tutti musicisti, in realtà – che a me hanno dato tantissimo. Ho riascoltato tutte le loro interviste e le ho riordinate come se fosse breviario, raccogliendo le loro dichiarazioni che, però, non sono aforismi. A me piace sempre ripetere che i miei sono “libri da cesso”, perché ogni storia che racconto dura giusto il tempo di andare in bagno».

Nel libro citi una frase di Roger Waters: “Anche musicalmente ci stiamo incamminando su una buona strada, finalmente. La gente per fortuna ha compreso quanto siano dannose le televisioni musicali via cavo, Mtv in testa, per lo sviluppo della buona musica. Oggi la gente sa che deve guardare altrove per trovare la qualità. Erano dichiarazioni del 2000”. Oggi queste parole fanno quasi sorridere. Meglio Mtv o Spotify secondo te?

«Questa dichiarazione è stata fatta a Berlino alla vigilia del grande concerto di “The Wall“. Io non ho mai specificato nelle interviste la data, perché mi piace pensare di aver scelto delle dichiarazioni che sono eterne e che non devono essere contestualizzate. In alcuni casi, però, fa abbastanza strano sentire oggi alcune di quelle dichiarazioni. Oggi è cambiato tutto. È cambiato il modo di ascoltare la radio. Le case discografiche non ragionano più in termini di carriera, ma ragionano in termini di singoli. Io continuo a pensare che non esista un periodo dove tutto andava bene. L’unico mio rammarico è che il rock abbia perso la sua valenza in termini di impatto. I giovani oggi non ascoltano solo il rock, e questo è ovvio. La verità è che i grandi gruppi e i grandi nomi non hanno trovato eredi. Quando si riusciranno a individuare i nuovi Rolling Stones, Dylan o Springsteen allora, forse, anche la base del rock ‘n’ roll tornerà a stare meglio di come sta oggi».

Hai intervistato musicisti e cantanti famosissimi, italiani e internazionali. Qual è l’intervista più strana che tu abbia mai fatto?

«A Monaco di Baviera, durante la mia prima intervista con lui, Nick Cave mi vomitò addosso. Questa è, forse, in assoluto, l’esperienza più alla Tarantino di tutte quelle che avuto. Mi viene in mente anche quando ho intervistato Nico. Stiamo parlando di una leggenda, della donna che ha fatto innamorare tutti, della “regina dei ghiacci” che ha cantato nell’album forse più importante della storia del rock, quello con i Velvet Underground del 1967 prodotto da Andy Warhol. Per me, anche se ormai la bellezza era sfiorita perché la dipendenza aveva lasciato più di un segno, è stato davvero emozionante. La incontrai a Colonia. Ogni volta che le facevo una domanda lei mi rispondeva sempre: “Sorry?”. Io ero sempre più imbarazzato. Ero convinto di parlare un discreto inglese, ma evidentemente con lei non riuscivo a farmi capire. Quindi, con un po’ di fatica,  faccio questa breve intervista, che in realtà è stata anche bella, in cui mi ha parlato anche di Jim Morrison, il suo grande amore. Alla fine dell’intervista, parlando altri giornalisti ho scoperto perché Nico non riusciva a capirmi subito: era sorda da un orecchio!».

 

 

Trovate l’intervista integrale sul nostro canale Instagram!

Cesare Cremonini: l’insostenibile leggerezza del colibrì

È il primo dicembre. Allo scoccare della mezzanotte sentiamo un battito d’ali: è “il colibrì” che preannuncia l’arrivo della “ragazza del futuro”, il nuovo album di Cesare Cremonini, in uscita il 25 febbraio 2022. Il cantautore, 4 anni dopo “Possibili scenari”, ci prepara ad un nuovo viaggio che, stavolta, parte dagli occhi, dall’iride che è “la porta di entrata, un passaporto, una foresta vergine di sentimenti”.

Il nuovo album è una visione nata durante il lockdown: sui social Cremonini dichiara di aver visto per la prima volta la ragazza del futuro nei primi giorni dell’anno, quando si poteva uscire soltanto per fare la spesa e null’altro. 

Una ragazza mai vista e sognata mi guardava come si guarda la polvere”. La ragazza del futuro è “una ragazza nata dalla natura, vergine di cattiveria, pura (…) generata dal buio profondo, dopo una grande nevicata”.

L’album si preannuncia denso di simbolismo e di immagini che richiamano la forza primigenia della natura, la vita e la rinascita.

Ma, allora, chi è il colibrì? E chi è la ragazza del futuro? Nella cultura indiana, il colibrì rappresenta la leggerezza dell’essere e il godimento della vita.

Forse possiamo provare a dare una risposta cercando tra le pagine di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020 con il romanzo “il colibrì”. Il protagonista del romanzo, Marco Carrera, è un colibrì perché come il colibrì mette tutta la sua energia nel restare fermo.

Settanta battiti d’ali al secondo per rimanere dov’è già. Come dice Veronesi, riesce a fermare il mondo e il tempo e forse anche a risalirlo, quel tempo, e a ritrovare quello perduto, così come il colibrì è capace di volare all’indietro.

“Il fatto è che” dice Marco “dietro al movimento è facile capire che c’è un motivo, mentre è più difficile capire che ce n’è uno anche dietro l’immobilità”.

Anche Marco, come il colibrì di Cremonini, si fa carico di un compito: allevare l’uomo nuovo, la ragazza del futuro.

Il colibrì siamo, allora, forse tutti noi che, per anni, abbiamo speso la nostra energia per restare immobili, aspettando l’alba di una nuova epoca.

La ragazza del futuro è, quindi, l’avveramento di una profezia, la rinascita dell’umanità, il ritorno della luce dopo anni di buio, la ricerca di “cieli più limpidi”, “volare tra gli alberi / in mezzo ai fiori bellissimi / per poter essere liberi”, finalmente.

“Il colibrì”, scritta a quattro mani con Davide Petrella e prodotta con Alessandro Magagnini, storici collaboratori del cantautore, parla un linguaggio ricercato ed immaginifico, fatto di archi, arrangiati da Nick Ingman, con la collaborazione di Davide Rossi, e pianoforte.

Non ci resta che seguire anche noi il volo del colibrì, dalla giungla alla metropoli, ed aspettare l’arrivo della ragazza del futuro.

Articolo scritto da Valentina De Felice

MANESKIN: ASSO PIGLIA TUTTO! LA MIGLIOR ROCK BAND DEL 2021!

Sono i MANESKIN, la Rock band più famosa d’ Italia (e non solo) – composta da Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan – a trionfare agli MTV Ema. È la prima volta che una Rock Band vince il premio MTV ema, con ” Mammamia”. Il gruppo ha letteralmente spiazzato una concorrenza di tutto rispetto: battono i Coldplay, i Foo Fighters, i Killers e gli Imagine Dragons!

IL TEMA DELLO SHOW
Il tema principale è stato ispirato alle terme di Budapest e al Danubio con palchi galleggianti sull’acqua, su i quali i Maneskin hanno fatto il loro ingresso “infuocato”. La scritta ” MAMMAMIA”, titolo del loro ultimo singolo ha infatti illuminato il palco con fuochi d’ artificio!

LE PAROLE DEL GRUPPO : RISPETTO PER I DIRITTI CIVILI!
“Quest’anno in particolare bisogna andare fieri del nostro paese per i risultati raggiunti non solo da noi, ma da tanti sportivi e da personalità della cultura”. Non tarda ad arrivare l’implicita critica per la mancata approvazione del ddl Zan: “Peccato per i diritti civili, dove continuiamo a rimanere indietro “, aggiungendo che per loro sarebbe stata la “vittoria più importante“.

L’UNGHERIA E I SUOI DIRITTI LGBTQ+

L’evento MTV si è svolto in Ungheria, paese non proprio famoso per il rispetto dei diritti Lgbtq+. Il gruppo ha tenuto a puntualizzare il loro schieramento in favore della comunità “Sia nel palco che nella vita”. Infatti, dagli appelli sul palco sembra essere stata una competizione all’insegna dell’eguaglianza e del rispetto, che prescinde i gusti sessuali.

MA QUAL È IL “SEGRETO ” DEL LORO SUCCESSO ?

La Rock Band fece il suo ingresso nella costellazione di star, con il trionfo a X Factor nel 2017. Classificandosi secondi, hanno sin da subito stretto un contratto con la Sony Music, pubblicando l’EP Chosen. Con i loro successi ” Torna a casa” e Beggin’ con il loro stile dal sapore Rock e minimalista hanno conquistato l’ Europa: prima portandoci sul podio dorato della sessantacinquesima edizione dell’Eurovision music contest, oggi con il trionfo agli MTV EMA come “best band”.

Articolo scritto da Federica Maria Russo